Venezia-Milan e il “caso David”
Domani alle 12:30 è in programma Venezia-Milan. La 34° giornata di Serie A riporta i rossoneri allo Stadio Pier Luigi Penzo dopo circa 3 anni. L’ultima volta che il Milan ha giocato nella ‘città lagunare’, infatti, risale a gennaio 2022, proprio nell’anno in cui ha conquistato lo Scudetto.
Il bilancio complessivo dei precedenti tra Venezia e Milan conta 32 incontri ufficiali: 21 vinti dai rossoneri; 7 pareggiati e 4 vinti dai lagunari. Della prima categoria fanno parte anche due vittorie a tavolino per 0-2: una nel 1940 per intemperanze dei tifosi locali sullo 0-0; l’altra nel 1963, conosciuta come la partita del “caso David” o “della bottiglietta”.
Il “caso David”
Il 20 gennaio 1963 allo stadio Pier Luigi Penzo si è disputata Venezia-Milan. In campo con la maglia rossonera c’erano grandi nomi, tra cui Gianni Rivera, Giovanni Trapattoni e Cesare Maldini. Tra i difensori si trovava anche Mario David, che viene ricordato in quanto protagonista dell’episodio che ha determinato il risultato della partita.
Il match è stato sbloccato con un bellissimo gol al volo di Rivera, che ha portato in vantaggio i milanisti. Poco dopo, dagli spalti è stata lanciata una bottiglietta di plastica vuota che ha colpito Mario David. C’è chi dice che l’ha colpito sulla testa, altri sulla spalla. In ogni caso, questo avvenimento ha cambiato le sorti della sfida.
Il difensore è andato a terra, ma poco dopo si è rialzato, è stato velocemente medicato e sembrava stare bene. Ripresa la partita, il Venezia ha pareggiato i conti. A quel punto però David è stato richiamato negli spogliatoi perché sembrava accusare nuovamente il malore, forse sotto consiglio di Gipo Viani. Il giocatore si è diretto verso l’uscita dal campo tra i fischi di uno stadio molto affollato.
Il match è terminato con la vittoria per 2-1 dei lagunari e con probabilmente due punti di sutura per Mario. La vicenda, però, non si è conclusa qui: il Milan ha deciso di inoltrare un reclamo agli organi federali. I rossoneri si sono appellati alla “responsabilità oggettiva”: era sufficiente che un giocatore della squadra avversaria venisse colpito da un qualsiasi oggetto proveniente dagli spalti per far scattare la sanzione. In questo modo in Milan è riuscito ad ottenere la vittoria a tavolino e inutile è stato il successivo tentativo di ricorso del Venezia.
La stagione dei rossoneri è proseguita con il trionfo nella Coppa dei Campioni a Wembley, mentre ai lagunari è toccata la retrocessione in Serie B.
I dubbi sull’accaduto
Ovviamente, l’avvenimento ha suscitato varie polemiche e accuse di simulazione. Inoltre, le testimonianze presentano dettagli differenti; l’accertamento medico dell’infortunio è stato fatto in modo caotico e la gestione della situazione è stata abbastanza confusionale. Anni dopo, anche il rossonero Giovanni Trapattoni avrebbe definito l’accaduto come uno scandalo. Nonostante questo, però, si è trattato della prima applicazione della “responsabilità oggettiva”.
A causa di questo precedente, si sono moltiplicati i casi di simulazione, anche suggeriti da allenatori, compagni o membri dello staff. Per mitigare la situazione è stato quindi introdotto il principio secondo cui bisognasse dimostrare rigorosamente l’impossibilità del giocatore colpito di proseguire la partita e i casi sono notevolmente diminuiti.
L’ultima responsabilità oggettiva
L’ultimo episodio in cui è stata applicata la “responsabilità oggettiva”, fatalità, ha allontanato i rossoneri dallo Scudetto ’89-’90. Ai vertici della classifica, infatti, il Milan si trovava pochissimi punti sopra al Napoli. Tra gli episodi che hanno consegnato il trofeo ai partenopei, ce n’è proprio uno che riguarda questa regola.
In Atalanta-Napoli 1990, infatti, l’azzurro Alemão è stato colpito da una monetina da 100 Lire lanciata dagli spalti. Nelle immagini a bordo campo, si è visto chiaramente il massaggiatore della squadra, Carmando, dire al giocatore di rimanere a terra. Il centrocampista, infatti, è stato poi sostituito e portato in ospedale.
Il pubblico è rimasto stupito dall’accaduto e non sono mancate le polemiche, anche molto violente. Lo stesso giocatore, anni dopo, ha ammesso la poca sportività del suo gesto, affermando di aver obbedito agli ordini della società e di non essersi comportato da professionista.
In quel momento, però, è stata concessa per regolamento la vittoria a tavolino in favore dei partenopei, che li ha portati a raggiungere il Milan al vertice della classifica. La stagione è continuata con un testa a testa tra le due squadre fino alla penultima giornata, quando la sconfitta dei rossoneri nella “fatal Verona” e il trionfo del Napoli al Dall’Ara, hanno permesso agli azzurri di effettuare il sorpasso definitivo per lo Scudetto.