IL MILAN Ă A UN BIVIO: COLPA SOLO DI FONSECA O QUALCUNO IN DIRIGENZA DOVREBBE PAGARE?
Il Milan è entrato in una spirale preoccupante che va ben oltre i risultati del campo. Dopo la pesante sconfitta per 3-1 contro il Liverpool, una delle tante battute dâarresto di questa stagione, i tifosi sono sempre piĂš disorientati. Paulo Fonseca sembra il primo a pagare per questa crisi, ma ci si domanda se sia davvero giusto puntare il dito solo contro di lui o se invece qualcuno nella dirigenza debba iniziare a prendersi le proprie responsabilitĂ .
Le premesse della stagione sembravano incoraggianti. Gerry Cardinale, al timone con RedBird Capital, aveva promesso un Milan ambizioso, capace di tornare grande non solo in Italia, ma soprattutto in Europa. Parole, slogan, progetti commerciali per fare del Milan un brand globale. Ma sul campo la storia è diversa. La scelta di Fonseca, una mossa che ha suscitato non poche perplessità , si è rivelata fino a questo punto fallimentare. Le sue difficoltà a trasmettere una chiara identità di gioco e a ottenere risultati stanno diventando insostenibili.
E qui sorge la domanda: perchĂŠ un club con le ambizioni dichiarate di Cardinale ha puntato su un allenatore come Fonseca? PerchĂŠ non optare per un profilo emergente, uno capace di dare freschezza e ambizione come Roberto De Zerbi? De Zerbi, che al Marsiglia sta dimostrando di essere uno degli allenatori piĂš promettenti dâEuropa, sembra la scelta logica per una squadra che vuole competere ai massimi livelli. Il suo calcio dinamico, aggressivo e la capacitĂ di ottenere risultati stanno facendo la differenza in Ligue 1, mentre il Milan fatica a trovare continuitĂ .
Questo ci porta a un punto cruciale: la responsabilitĂ della crisi rossonera ricade tutta su Fonseca o è la dirigenza a dover rispondere? Furlani, Moncada e Ibrahimovic, con i loro ruoli ambigui e strategie opache, sono stati parte attiva nel portare Fonseca a Milano. E se la scelta dell’allenatore è stata sbagliata, perchĂŠ non mettere in discussione anche chi lo ha voluto? La sensazione è che la leadership stia mancando in modo clamoroso. Il silenzio della dirigenza, che continua a non rilasciare dichiarazioni ufficiali nemmeno dopo la batosta di Liverpool, non fa altro che alimentare il malcontento tra i tifosi che si sentono traditi dalle promesse non mantenute.
Il derby contro l’Inter, che si avvicina a grandi passi, potrebbe essere decisivo per il futuro di Fonseca, ma sarebbe troppo semplice far pagare solo lui. Se il Milan dovesse subire unâaltra sconfitta pesante, sarebbe davvero giusto dare tutta la colpa al tecnico? O forse sarebbe il momento per qualcuno ai piani alti di assumersi la responsabilitĂ di scelte gestionali completamente fallimentari?
La verità è che il Milan sta attraversando un momento di identità confusa. Le ambizioni commerciali di RedBird sembrano avere la priorità sui successi sportivi. Il club sta diventando piÚ un prodotto che una squadra di calcio, con progetti di stadi futuristici e partnership strategiche, ma senza una base solida in campo. E i tifosi, sempre piÚ distanti da questo nuovo modello di business, non riescono piÚ a riconoscere il Milan che amavano.
Il tempo stringe e i tifosi meritano risposte. Se il Milan vuole tornare grande, servono scelte radicali e coraggiose. Licenziare Fonseca potrebbe essere una mossa, ma non risolverebbe i problemi strutturali che affliggono il club. Forse è giunto il momento che la dirigenza metta da parte il silenzio e si assuma le proprie responsabilitĂ . Altrimenti, l’unico risultato sarĂ un Milan che continua a perdere terreno sul campo e nei cuori dei suoi tifosi.