Questa non vuole essere una lettera di protesta contro l’attuale proprietà, che più che possedere il Milan, lo tiene in ostaggio.

Parere personale? L’ostaggio verrà liberato una volta costruito lo stadio, e hai voglia di rapine da fare, di questo passo…

Voglio fare una riflessione sullo stato della tifoseria, partendo da una domanda che gli accademici definirebbero di “ricerca”: ma veramente i tifosi del Milan vogliono che gli americani se ne vadano, oppure è un bias cognitivo?

Magari il lettore ora starà pensando: “Ma come? Non senti i cori allo stadio? Non vedi i risultati? Come si fa ad essere contenti?”

Tutto vero. Allora le cose sono due: o non stiamo capendo come cacciarli, oppure non li vogliamo proprio cacciare gli invasori. Non vogliamo premere il pulsante sotto la scrivania che chiama la polizia per sventare la rapina e salvare gli ostaggi.

Partiamo da un presupposto di base: siamo influenzati dalla nostra bolla, e non solo. Quello che fanno gli ultras del Milan non rappresenta tutto il popolo milanista, ma solo una parte rumorosa. E non fraintendetemi: gli ultras, in generale e non solo quelli della nostra squadra, quando non sono violenti sono un toccasana per il calcio, perché danno colore, aumentano il fascino con le coreografie e scaldano lo stadio con i loro cori. Ma, ripeto: sono solo una parte del popolo milanista e non ne rappresentano la totalità.

Non esistono opinioni giuste o sbagliate, ma, come un vero sofista, voglio dribblare questa tesi e porre al centro del discorso la mia argomentazione: i numeri non mentono, mai.

I numeri non sono opinioni. Tuttavia, non bisogna cadere nell’errore di estremizzare questo concetto: è vero che non sono opinioni, ma dati, ma è altrettanto vero che vanno interpretati.

Il Milan, sabato 15 marzo, affronterà il Como a San Siro. La partita è sold-out.

Non basta? Il Milan è primo per media spettatori in Serie A quest’anno.

Cardinale, che dovrebbe vendere, dal suo ufficio a New York riceve la telefonata dall’amministrazione, che gli riferisce di aver fatto un altro sold-out e che i tifosi della sua squadra sono i più numerosi.

Uno che non se ne intende magari penserà: “Vabbè, sei una delle cinque squadre più titolate della storia del calcio, sei il Milan, e sicuramente starai facendo una grande stagione, così da poter giustificare tutto questo afflusso di gente.”

E invece no. Stiamo vivendo una stagione fallimentare: fuori dalla Champions League dopo aver perso contro la Dinamo Zagabria nella partita decisiva e dopo aver segnato un solo gol in due partite contro il grandissimo Feyenoord.

Non solo siamo fuori da questa Champions, ma non parteciperemo nemmeno alla prossima.

Però attenzione, eh! Abbiamo vinto la Supercoppa, così almeno sappiamo cosa usare come portaombrelli a Casa Milan.

Noi tifosi, per far capire che questa società mediocre non ha il nostro supporto e che questi calciatori, non degni della maglia che indossano, non meritano il nostro tifo e sostegno, cosa facciamo?

Non solo, più di tutte le altre tifoserie, riempiamo il nostro stadio, ma siamo anche la terza tifoseria più numerosa in trasferta in tutta Italia, dietro solo alla Juve (che ha più tifosi in Italia) e all’Inter (che sta vivendo l’ennesima stagione di successi).

Quindi Cardinale sente una curva che intona un coro famoso. O meglio, che poi sente… glielo riferiscono (forse), perché mica guardi il calcio se hai il baseball. Però ha la tifoseria che dà più sostegno alla SUA squadra.

“Solo per la maglia”, striscione ricorrente… ma quale maglia?

Perché se parliamo della maglia in collaborazione con Off-White, che a tratti sembrava quella del Venezia e a tratti quella del Portogallo, allora non so più cosa sia reale e cosa no.

Ma chi avrà comprato questa maglia? Nessuno, dai.

Cioè, seguitemi in questo ragionamento lineare: noi vogliamo che Cardinale venda il Milan, ma lui non vuole vendere perché guadagna tanti soldi. Perciò, che facciamo? Una maglia che nulla ha a che fare con i colori della nostra squadra… mica la compriamo, vero?

E invece… neanche il tempo di essere messa sul mercato e ha battuto le vendite della famosa maglia dei 125 anni.

Per concludere: nella stagione peggiore degli ultimi dieci anni, Cardinale si ritrova in mano il record di vendita di magliette discutibili, una tifoseria calorosa, ricavi in aumento anno dopo anno e, notizia recente, un’offerta fresca per acquistare San Siro.

Quest’anno ormai è andato. E no, la vittoria della Coppa Italia non cambierebbe nulla. Anzi, cambierebbe solo una cosa: ci sarebbe un nuovo vaso carino a Casa Milan, in caso di vittoria.

Scherzi a parte, in fondo siamo tutti un po’ romantici. Se quest’anno ci stiamo facendo il sangue amaro, possiamo almeno sperare che la società raddrizzi il tiro per l’anno prossimo, viste le ingenti perdite dovute alla mancata qualificazione alla Champions League 2025/2026, la ricerca di un nuovo DS e di un nuovo allenatore.

Che dire… Forza Milan, sempre.

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Informazioni sull'autore: Andrea Tessicini

sono un ragazzo appassionato di sport, mi piace sia praticarlo che guardarlo. Gioco a tennis, padel, beach volley e mi tengo in forma in palestra. Il calcio mi piace guardarlo e, ovviamente, sono un tifoso del Milan. Nonostante abbia una famiglia interista, agli inizi anni 2000 fui folgorato dall’attaccante più forte che abbiamo mai avuto (escludiamo Van Basten che era un’altra roba): SHEVA.