Trattato come l’ultima delle riserve
Ha dell’incredibile la gestione di Rafael Leao in questa stagione 2024\2025. Prima con Paulo Fonseca, poi con l’allenatore attuale, l’esterno portoghese non riesce ad ottenere quel posto da titolare indiscusso che, vista anche l’impalpabilità delle alternative, gli spetterebbe.
È sicuramente vero che alcune prestazioni di Rafa sono state, eufemisticamente parlando, assolutamente fastidiose, ma è altrettanto vero che nonostante le difficoltà, il ragazzo resta uno dei migliori in squadra, anche dal punto di vista realizzativo.
I numeri
Leao, ad oggi, ha giocato per un totale di 2820 minuti, circa 31 partite, mettendo a segno 9 gol e fornendo 10 assist. La media, quindi, è di un gol o un assist ogni 1,6 partite. Volendo fare un paragone, Marcus Thuram, da molti descritto come tra i migliori attaccanti in Europa, giocando 2623 minuti (più o meno due partite in meno rispetto a Leao) ha realizzato 16 gol e 4 assist, quindi un gol o un assist ogni 1,45 partite. Un rendimento decisamente simile, 25 anni per il portoghese, 27 per il francese, esterno uno, seconda punta l’altro; cambia il trattamento riservato ai due da stampa e tifoserie.
La storia della pigrizia
Vero, a Leao non piace difendere. Osservando i numeri, tuttavia, notiamo come Rafa difenda, in proiezione, in modo molto simile rispetto all’anno dello scudetto. A nove giornate dalla fine, Leao in serie A conta 14 palloni rubati e 6 passaggi intercettati; la stagione 2021\2022 si era invece conclusa con e 19 palloni rubati e 12 passaggi intercettati. Il problema del “non ritorno in difesa” è tale solo quando l’intera squadra non gira, poiché, evidentemente, con gli undici in campo disposti in modo equilibrato e che giocavano in modo organizzato e sinergico, guidati da due ottimi mediani, l’apporto difensivo di Rafael non risultava essere l’enorme tragedia di cui si parla oggi.
Il più talentuoso non può essere un problema
Con questa analisi non si vuole assolutamente affermare che Rafael Leao sia un campione, panacea di tutti i mali e infallibile, poiché oggettivamente non può essere così; ma ancora una volta, va sottolineato che Leao non è, non può essere e non sarà mai il problema per il Milan. Non volendo apparire nostalgici, va detto che Paolo Maldini lo aveva capito, portando avanti con Frederic Massara la difficilissima trattativa per il rinnovo del ragazzo, annunciato poi da altri interpreti che, all’epoca, se ne presero il merito.