Se solo…
Se solo in campo ci fossero 11 Pavlović. Se solo si credesse di più nel proprio potenziale. Se solo si riuscisse ad entrare in partita con una mentalità vincente. Se solo…
Quanti rimpianti, quanti “se” e quanta tristezza. Ogni tifoso milanista in questo momento sta pensando a qualcosa che si sarebbe potuto fare meglio, sotto tanti aspetti. La partita con il Torino poteva essere un lenitivo per le ferite aperte da martedì sera: un addio alla Champions League che ancora brucia come fuoco vivo.
Milan, dove sei finito?
Se 22 anni fa, nell’oceano al largo dell’Australia, si ambientava il film d’animazione “Alla ricerca di Nemo”, oggi possiamo dire con certezza che siamo tutti “Alla ricerca del Milan”. Il bel gioco, la fascia sinistra che sembrava danzare su una coreografia perfettamente preparata, un portiere come difensore aggiunto in costruzione, una difesa che dava certezze, un centrocampo che recuperava palloni: sembra tutto un lontanissimo ricordo. Il ricordo di un sogno che si è tramutato in un incubo dal quale ogni rossonero vuole destarsi in fretta. La stoffa c’è, il potenziale c’è, ma allora cosa manca? Se ripensiamo al Milan di qualche anno fa, diremmo la consapevolezza della propria forza. È quindi una questione di testa che non si può attribuire a un singolo.
Occasioni sprecate
Se negli anticipi il Bologna perde con il Parma e la Lazio pareggia con il Venezia, il Milan sembra sempre avere qualche difficoltà nel cogliere le occasioni. Forse un “Carpe Diem” nello spogliatoio potrebbe ricordare loro l’obiettivo della serata. Più volte i rossoneri si sono trovati in difficoltà e, forse per pressione psicologica, finiscono sempre per sprecare le occasioni. Certo, la zona Champions è ancora a portata di mano, ma con queste sconfitte il Milan si preclude la possibilità di arrivare allo scontro diretto con la Lazio a San Siro il prossimo weekend, a pari merito con i biancocelesti.
Una partita da dimenticare
Torino-Milan, uno scontro che già nei precedenti in casa granata ha sempre portato scompensi ai rossoneri. Un solo punto in due partite stagionali con il Torino ha rimandato il Milan negli spogliatoi a testa bassa, a ripensare a ciò che si è lasciato scappare. Maignan che sbaglia il rinvio, Thiaw che fa autogol, Pulisic che sbaglia il primo rigore in carriera, il palo di Felix, la disattenzione su punizione, Giménez che tocca due palloni in area. Tante situazioni che non aiutano a vincere, determinate da una mancata concentrazione che potrebbe compromettere ancora di più una stagione già non brillante.
L’immagine di Abraham che piange in campo a fine partita, è la rappresentazione di quello che ogni tifoso rossonero sta vivendo in questo momento: desolazione e sconforto.