Milan: Vincere Partite, Non Trofei – Analisi delle Cause

Il Milan ci ricasca. Un’altra deludente prestazione, questa volta contro la Fiorentina, ha dimostrato nuovamente le difficoltà della squadra a raggiungere la maturità necessaria per ambire ai vertici della Serie A. Una partita giocata male dai singoli, preparata e gestita peggio dall’allenatore, culminata in nervosismo e ulteriormente aggravata da un arbitraggio discutibile di Pairetto. Il rosso a Theo Hernandez è stata la ciliegina sulla pessima giornata del capitano di giornata.

La Questione del Capitano: Problemi di Organizzazione Interna

A questo proposito, è necessario aprire una parentesi sulla questione del capitano. In Europa, una squadra di calcio dovrebbe avere un capitano fisso, così come un rigorista fisso, sostituiti solo in casi particolari o di assenza. Al Milan, invece, questa rotazione frenetica dei ruoli sembra rappresentare la confusione generale all’interno del club. Lo stesso assetto societario riflette questa instabilità, con direttori sportivi poco noti e ruoli mal definiti.

L’episodio che coinvolge Paulo Fonseca, che ha dichiarato nel post-partita che il rigorista designato fosse Christian Pulisic, evidenzia ulteriormente il caos. Fonseca non sapeva perché i calciatori avessero ignorato le indicazioni per ben due volte. Se confermato, questo sarebbe sintomo di anarchia e di una squadra lasciata a se stessa.

Continuità Mancante: Il Vero Limite del Milan

La sconfitta contro la Fiorentina è stato un brusco risveglio per chi pensava che il Milan potesse puntare al vertice della Serie A. La ragione per cui i rossoneri non riusciranno a conquistare la seconda stella è chiara: manca una pianificazione completa per l’intera stagione. Il Milan continua a giocare partita per partita, senza una visione a lungo termine.

Inoltre, la squadra soffre di una preoccupante mancanza di continuità: vince qualche partita, ma poi cade bruscamente. Questo porta i tifosi ad alternare momenti di entusiasmo dopo una vittoria a periodi di depressione dopo una sconfitta.

Una Squadra Psicologicamente Fragile

Il Milan di oggi sembra estremamente fragile dal punto di vista psicologico. La rosa non solo è stata costruita senza considerare le esigenze tattiche dell’allenatore, ma è anche oggettivamente insufficiente per qualità e quantità, soprattutto quando si guarda alle riserve rispetto agli undici titolari. Non è possibile giocare tutte le partite con lo stesso undici, e questo problema persiste da tre anni.

Un Milan che Sopravvive, Ma Non Primeggia

Il presente del Milan sembra basato sulla semplice sopravvivenza: restare a galla tra le prime squadre senza, però, tentare realmente di primeggiare. Questo, tuttavia, non è il Milan che i tifosi conoscono e amano. La società e la squadra devono affrontare questi problemi se vogliono tornare ad ambire ai grandi traguardi e non limitarsi a vincere solo qualche partita.

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Informazioni sull'autore: Anna Farina

Quando avevo 3 anni, mio padre mi regalò un pallone da calcio con sopra la stampa di Diego Armando Maradona; io risposi che mi piaceva, ma che tifavo per il Milan, come la mia mamma. Mi sono innamorata definitivamente a marzo 2007, con il gol di Ricky Kaká contro il Celtic. Da quel momento non ho saltato una singola partita e oggi mi impegno per raccontare la storia e il cammino della squadra più bella del mondo.