La maglia numero 7 tra campioni e storia

Al Milan si sa, nessun numero di maglia è solo un numero. Ognuno di loro nasconde infatti una storia di nomi gloriosi per il club rossonero e per tutto il calcio italiano. Questo è anche il caso della numero 7 scelta dal neoacquisto Santiago Gimenez, sicuramente consapevole dei grandi campioni che l’hanno indossata prima di lui. Nomi incisi nella memoria: Massaro, Ancelotti, Donadoni, ma anche Boban, Shevchenko e Pato, per citarne alcuni. Nomi di milanisti che hanno scritto la storia portando in alto i colori rossoneri e lottando per la maglia perché si sa… chi la maglia ha onorato non verrà mai dimenticato.

Un po’ di storia

Il numero 7 rossonero è apparso per la prima volta nella stagione 1920-1921, accompagnato dal nome Dionigi Corsi, centrocampista del tempo. In quel periodo, però, i numeri di maglia non erano a scelta, bensì fissi. Di norma, la numerazione andava dall’1 all’11 e prevedeva che la 1 venisse indossata dal portiere, la 2 dal terzino destro, la 3 da quello sinistro e così via. La numero 7 era tradizionalmente associata all’ala destra seguita dalla 9 del centravanti e dalla 10 riservata al fantasista più prezioso e talentuoso.

Nell’epoca delle maglie fisse, la 7 è stata indossata da grandi campioni tra cui, indimenticabile, è sicuramente il primo Pallone d’Oro rossonero Gianni Rivera nelle stagioni 61/62 e 76/77. Negli anni a seguire, altri importanti giocatori hanno avuto l’onore di indossare questo numero: Donadoni, Ancelotti, Lentini e Albertini sono solo alcuni tra i più amati. Passione, dedizione e amore per la maglia sono ciò che ha portato i nomi di questi campioni ad essere incisi nella storia dell’AC Milan.

La possibilità di scegliere il proprio numero è stata introdotta in Serie A a partire dalla stagione 1995-1996. Da questo momento in poi, i giocatori hanno avuto, e hanno ancora oggi, l’opportunità di decidere liberamente il proprio numero tra l’1 e il 99. I motivi alla base di questa scelta variano dalle date di nascita a porta fortuna, fino ad omaggi a idoli del passato. Il primo numero 7 rossonero per scelta è stato Paolo Di Canio nelle stagioni dal 1994 al 1996, seguito poi da Edgar Davids dal 1996 al 1997.

Andriy Shevchenko

Se si pensa alla maglia numero 7 rossonera, non si può non pensare ad Andriy Shevchenko: un connubio perfetto di talento, eleganza, cuore e umiltà. Sheva è stato l’idolo di milioni di bambini in tutto il mondo e ha fatto appassionare al gioco del calcio intere generazioni.

L’Usignolo di Kiev, come è stato soprannominato da Carlo Pellegatti, è approdato al Milan nel 1999, dopo aver fatto parlare di sé con i colori della Dinamo Kiev. Al suo arrivo la maglia numero 7 era occupata da Ibrahim Ba, che però ha deciso di cedergliela dopo che Andriy ha scoperto che in ebraico “Sheva” significa proprio “sette”. Con questa maglia Shevchenko non ha deluso le aspettative e ha concluso il suo primo anno in Italia con la conquista del titolo di capocannoniere e un terzo posto nella classifica del Pallone d’Oro. Il resto è storia, una storia a tinte rossonere…

È grazie a lui se il Milan ha vinto il derby di semifinale di Champions League nel 2003, conquistando la finale di Manchester contro la Juventus. È sempre con la maglia numero 7 sulla schiena che Sheva ha sfidato Gigi Buffon nel rigore decisivo. Sono immagini vivide nella mente di ogni rossonero: una camminata decisa verso l’area di rigore sotto lo sguardo teso dei tifosi già in piedi sugli spalti; un’occhiata al direttore di gara, poi a Buffon e poi ancora al direttore; l’espressione determinata di chi sa di avere la partita ai suoi piedi; la rincorsa; il tiro; uno stadio intero con il fiato sospeso. Buffon è spiazzato, la palla finisce in rete. Esplode la gioia dei tifosi milanisti e Sheva vola in campo ad abbracciare Dida e ad esultare insieme ai compagni.

Gli anni successivi di Andriy sono caratterizzati da gol e da successi, ma il coronamento della sua carriera è stata la conquista del Pallone d’Oro nel 2004. La sua storia al Milan è terminata nel 2006 dopo 322 gare disputate in 8 stagioni. I suoi 175 gol in rossonero lo hanno portato ad essere il secondo bomber di sempre dietro a Gunnar Nordhal.

Un campione di questa portata è indimenticabile e, infatti, è stato inserito nella Hall of Fame con una premiazione avvenuta la scorsa domenica prima del derby di Milano, di cui è miglior marcatore della storia con 14 reti realizzate. Lo stadio di San Siro lo ha accolto tra applausi e cori dedicati, perché il numero 7 nel cuore dei tifosi “non è brasiliano però che gol che fa, il fenomeno lascialo là, qui c’è Sheva”.

Un’eredità pesante 

Con Andriy Shevchenko la 7 rossonera si è caricata di un certo peso, che i suoi successori non sono riusciti ad onorare nel migliore dei modi. Primo fra tutti Ricardo Oliveira, ceduto dopo solo una stagione. Successivamente il 7 è stato portato sulle spalle da Alexandre Pato che, nonostante sia molto amato dai tifosi, non ha avuto l’impatto che ci si aspettava a causa di una numerosa serie di infortuni. Dopo di lui Robinho, Ménez, Luiz Adriano e Deulofeu, per poi passare a Kalinic, Castillejo, Adli ed infine ad Alvaro Morata. Giocatori più o meno apprezzati dai tifosi rossoneri più per il loro attaccamento alla maglia che per i successi raggiunti, neanche lontanamente paragonabili a quelli del passato.

Ora è il turno di Santiago Gimenez di portare questo numero sulle spalle. È il momento di quel bambino sorridente nelle foto con la maglia rossonera di coronare il suo sogno. Perché Santiago, classe 2001, è cresciuto ammirando giocatori come Sheva alla televisione con la bocca spalancata per lo stupore. Ora è lui stesso che può diventare l’idolo di tanti bambini che dell’usignolo di Kiev conoscono solo i racconti. Vai Santiago, è il momento di scrivere la tua storia rossonera!

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Informazioni sull'autore: Micaela Cremona

Mi chiamo Micaela Cremona. Per me il Milan è una questione di sangue, di famiglia, una passione che prosegue da 3 generazioni. Laureata in Scienze della Mediazione Interlinguistica e Interculturale all'Università degli Studi dell'Insubria, cerco di utilizzare la mia passione per la scrittura per trasmettere l’amore verso questi colori tra curiosità, approfondimenti e tuffi nel passato.