Sembrava stregata

Quando dopo i primi minuti di gioco, ieri, è stato annullato il gol di Santiago Gimenez perché la palla servita da Theo Hernandez aveva viaggiato qualche centimetro all’indietro rispetto al suo piede sinistro, tutti hanno pensato che si sarebbe trattato dell’ennesima partita buttata da parte del Milan.

Col passare dei minuti, con la squadra rossonera che giocava bene senza produrre però risultato, subendo addirittura prima l’uno a zero e poi il due a zero, la sensazione di impotenza di fronte una stagione totalmente negativa ha iniziato a propagarsi, a mangiare dall’interno il tifoso milanista.

Ma non poteva finire così

Era ovvio, tuttavia, che il Milan stavolta non avrebbe lasciato il campo senza i tre punti. Con pazienza e calma, prima gli undici titolari e poi i subentrati hanno continuato ad avvolgere il Lecce, per poi iniziare una vera e propria offensiva martellante, perfettamente conclusa dalla doppietta di Christian Pulisic (arrivato a 14 gol in stagione).

I novanta minuti di ieri hanno mostrato una faccia della rosa rossonera, che poche volte abbiamo visto quest’anno: una faccia che lavora, che non demorde, che produce per guadagnare e arriva al proprio scopo, la vittoria, lasciando tutto sul campo.

Spirito Casciavit

È questo lo spirito che il tifoso milanista vuole vedere e che, indipendentemente dal risultato, pretende da chi scende in campo. Spirito “Casciavit”, “popolare”, “semplice”. Sono aggettivi che venivano e vengono utilizzati dall’altra squadra di Milano per descrivere la prima nata nel capoluogo lombardo e i suoi tifosi. Col tempo, Casciavit è diventato un termine di cui andare fieri, da portare con orgoglio, e forse ieri gli undici in campo lo hanno ricordato. Per onorare la stagione, o quel che resta di essa, il Milan deve giocare con la massima foga operaia le ultime partite rimaste e ricordare le sue origini : fiere, semplici, efficaci e vincenti.

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Informazioni sull'autore: Anna Farina

Quando avevo 3 anni, mio padre mi regalò un pallone da calcio con sopra la stampa di Diego Armando Maradona; io risposi che mi piaceva, ma che tifavo per il Milan, come la mia mamma. Mi sono innamorata definitivamente a marzo 2007, con il gol di Ricky Kaká contro il Celtic. Da quel momento non ho saltato una singola partita e oggi mi impegno per raccontare la storia e il cammino della squadra più bella del mondo.