Un’abitudine Made in Italy
La tradizione della ricerca costante e ossessiva di un capro espiatorio quando le cose vanno male è qualcosa a cui tutti noi siamo abituati, nel mondo del calcio, ma non solo. Mai come quest’anno, però, tifosi, ma anche allenatori e giornalisti, hanno cercato di addossare la colpa di una sconfitta, o di una stagione storta, a selezionate figure interne alla squadra e alla società; l’esempio più mediatico al momento è sicuramente il Milan, ma questo atteggiamento si è visto a fasi alterne in tutte le maggiori squadre italiane.
Siamo certi ,però, che almeno nella sponda rossonera di Milano, sia colpa di qualcuno in particolare? La vedo molto difficile, anche perché a turno, sono stati incolpati tutti…
Le “colpe” rossonere
Sicuramente, fino a Dicembre, era colpa di Fonseca, ma allo stesso tempo era merito suo per le vittorie del derby e a Madrid, quindi forse tutta colpa sua non era…
L’eliminazione dalla Champions, per molti, “è colpa di Theo”, dimenticandosi in un solo momento che a Rotterdam era stata colpa di Maignan, e a Zagabria di Gabbia e Musah…
Allora “è colpa di Conceicao” che in un mese e mezzo non ha dato un gioco alla squadra, ma ha anche avuto si e no forse 15-20 allenamenti sul campo. Senza contare il fatto che la squadra completa ce l’ha a disposizione da due settimane. Per lui il vero banco di prova saranno i prossimi mesi, nei quali avrà tutto il tempo di lavorare e preparare le partite, con un unico obbiettivo: il quarto posto…
Quindi “è colpa della società”, che io per primo spesso critico, ma se i giocatori hanno dei colpi di testa improvvisi durante le partite, di certo loro non ci possono fare granché…
E quindi, di chi è la colpa?
Beh, a questo punto, direi che forse è colpa di tutti:
- È colpa dei giocatori che non riescono mai a mantenere l’adeguato agonismo per 90 minuti e che spesso peccano di lucidità nelle scelte
- È colpa degli allenatori, che non riescono a tenere a bada il gruppo e ad incidere caratterialmente e tatticamente
- È colpa della società che ha fatto scelte oggettivamente sbagliate delle quali si è pentita in pochissimo tempo (basta vedere il dietrofront sulle scelte nel mercato invernale rispetto a quello estivo)
Oppure, non è colpa di nessuno e la stagione è ancora raddrizzabile?
Alla fine, parliamoci chiaro: la Champions non la potevamo vincere e, se in campionato arriviamo tra le prime quattro arrivando in fondo anche in Coppa Italia, non si potrà dire che sia stata una stagione fallimentare.
L’importante, per quanto possa essere difficile, soprattutto a caldo, è cercare sempre di valutare le cose nel loro insieme e non farsi prendere dalla foga di additare qualcuno come unico responsabile.