Caos DS: I nomi del Valzer
Modesto, Tare, Tiago Scuro, Paratici, Sartori, Tare, D’Amico, Moncada, Paratici… Tombola!
Sembra una barzelletta, ma è la realtà confusa e poco trasparente vissuta dal club rossonero negli ultimi mesi, alimentando voci incontrollate e facili speculazioni sui media.
Questa stagione ha palesato un buco nelle competenze della società: manca evidentemente una persona capace di legare squadra e dirigenza, prendendo decisioni di campo in base alla propria esperienza. Per questo motivo si è iniziato almeno da gennaio a cercare un DS che potesse colmare questa lacuna.
Caos DS: la trama della telenovela
Dalle prime voci che vedevano in pole nomi a sorpresa come Modesto e Tiago Scuro (provenienti probabilmente da Moncada), si è passati poi al casting vero e proprio, con gli incontri londinesi di Cardinale ed Ibrahimovic che sembravano aver trovato l’uomo giusto in Igli Tare.
Furlani, a questo punto, risentito per la scarsa considerazione ricevuta, prende un aereo e si reca direttamente a New York per rivendicare le proprie ragioni, e quelle di Elliott. Questo incontro apre un nuovo scenario che lo vede tutt’ora in prima linea nelle scelte presenti e future, mentre Ibra sparisce dai radar per un paio di mesi.
Il nuovo plenipotenziario individua quindi Paratici, che però salta quando ormai sembrava tutto fatto per motivi ancora non chiari. Si apre quindi una nuova fase di casting, con un grande dietrofront su Tare e a un innamoramento per Tony D’Amico, che però ha ancora un contratto con l’Atalanta.
È notizia di oggi poi che Cardinale avrebbe incontrato nuovamente Paratici, incassando però il no del suo AD, il quale spera ancora di strappare ai bergamaschi il dirigente pescarese. Ipotesi abballata anche dalle parole di Gasperini di ieri che lasciano spazio una sua permanenza in neroblu.
Caos DS: Stagione 25/26 già compromessa?
Arrivare a fine stagione senza avere ancora un’idea esatta della composizione societaria della successiva non è sicuramente una novità in casa Milan, succede ormai da tre anni almeno, con buona pace dei risultati sportivi che sono stati in continua discesa, anche a causa della mancata programmazione nei mesi primaverili di quello che sarà il mercato e le decisioni da prendere nei mesi a venire.
In questo momento peraltro non sembra neanche esserci una soluzione vicina e c’è chi parla di decisione definitiva rimandata al post-finale di Coppa Italia nella speranza di avere anche la carta dell’Europa per convincere il nuovo dirigente; segnale inequivocabile del basso appeal e credibilità che ha il Milan in questo momento.
Quello che è certo, come fatto intendere poco fa da Fabrizio Romano, è che il problema non sarebbe tanto sulla scelta del DS, quanto sui problemi interni alla società stessa, con una proprietà che è debole nel CdA e anche nel peso decisionale, e se consideriamo Ibrahimovic e Furlani come espressioni di RedBird ed Elliott è evidente chi comandi.