La passione rossonera di generazione in generazione

Un amore senza tempo, una passione che si trasmette di generazione in generazione. Da quasi 126 anni, una squadra riempie il cuore dei tifosi ogni weekend con 90 minuti di emozioni e suspense. Se chiedessimo ai tifosi, e a tutti coloro che portano nel cuore i colori rossoneri, da dove nasce la loro passione, il 90% risponderebbe probabilmente: “è una questione di famiglia”. Tutto si riassume in una semplice frase, con una parola che rappresenta lo spirito milanista: famiglia.

Generazioni di bambini, giovani e adulti si sono appassionati a questo sport, considerandolo un elemento fondamentale della propria vita. E così, il Milan, dal 1899, unisce intere generazioni. A solo un anno dalla sua fondazione, conquistò il primo trofeo: il primo scudetto. È l’inizio di una storia che ha scritto pagine indimenticabili nella storia del calcio mondiale.

San Siro: una storia senza tempo

Un amore che si tramanda di generazione in generazione, e che lo stadio di San Siro ha visto crescere, ospitando tutti coloro che l’hanno vissuto. Dal 1925, lo stadio si erge sul suolo milanese e prende il nome di San Siro, in onore del paesino che una volta sorgeva in quell’area e che aveva come centro quello che oggi conosciamo come Piazzale Lotto. Di quel passato ormai rimane ben poco. A ricordarlo, solo il nome dello stadio, che i milanisti chiamano San Siro, mentre gli interisti lo chiamano Stadio Giuseppe Meazza, in onore del grande calciatore che, nella prima metà del Novecento, dedicò gran parte della sua carriera ai nerazzurri. Il nome gli fu attribuito nel 1980, dopo la sua morte nel 1979, ma non prima che lui stesso fosse scartato dal settore giovanile del Milan all’età di 14 anni, a causa del suo fisico poco strutturato.

Uno stadio che ogni milanista può considerare casa da ben 99 anni. Gli interisti, invece, si sono aggiunti al progetto dal 1947, quando iniziarono a condividere lo stadio per le partite in casa.

Un bivio: speranza di nuova vita e minaccia di abbattimento

Da più di dieci anni i tifosi sono tormentati da ipotesi e supposizioni sul futuro di quella che è la “Scala del Calcio”. Proposte che, fino ad oggi, non hanno trovato una soluzione definitiva. Ogni tifoso, a suo modo, si sente legato a quello che è un museo a cielo aperto sotto il cielo di Milano, sperando ancora una volta in una sua ristrutturazione, come già avvenuto in occasione dei Mondiali del 1990, piuttosto che nel suo definitivo abbattimento.

Una questione che tocca il cuore di tutti, in un modo o nell’altro. E se per un momento si è sperato nel meglio, vedendo la trattativa di acquisto delle due società dal Comune di Milano, l’entusiasmo si è subito spento quando si è scoperto quale fosse il destino finale: l’abbattimento dello stadio.

La casa del tifoso: al di là dei colori

Solo un vero tifoso può comprendere cosa sia veramente San Siro. Casa di partite storiche, che ha ospitato campioni di livello mondiale, e che ha visto gioie e sofferenze da parte dei tifosi sugli spalti. Il cuore del calcio cittadino, nazionale e mondiale. Chiunque sia appassionato di calcio ha sognato almeno una volta di poter entrare in questo tempio, con i suoi chilometri di rampe e scale che aumentano l’adrenalina prima di ogni match.

San Siro non è del Milan, non è dell’Inter. San Siro è dei tifosi. Senza distinzioni di tifo e di colori.

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Informazioni sull'autore: Alessandra Giussani

Sono Alessandra Giussani, classe 1999 e con un unico amore che è il calcio. Figlia di genitori che si son conosciuti allo Stadio durante una partita di Coppa Campioni a San Siro, non potevo non crescere con il sangue rossonero, frequentando sin da piccola l'ambiente stadio. Scrivo con entusiasmo, condividendo con il resto delle persone quella che è la mia più grande passione.