Cosa significa per te essere un tifoso del Milan?
Significa un po’ tutto. Il Milan ha sempre fatto parte di me, son cresciuto guardando le partite con mio papà e non c’era weekend senza divano e partita. Fa parte delle mie giornate, andavo a Casa Milan e a Milanello e poi c’erano le chiacchiere con gli amici. Son passato dalla curiosità di un bambino alla passione di un uomo. Sono orgoglioso dei colori che indosso. Grandi campioni hanno sudato per il Milan. Essere milanista vuol dire aver creato una parte della storia del calcio. Il Milan ne è parte costituente e il calcio non sarebbe quello che è oggi senza il Milan.
Qual è il ricordo più bello ed emozionante che hai a San Siro?
Penso che sia collegato alle prime volte a San Siro, intorno ai 10 anni. Sinceramente non ricordo in particolare la mia prima volta, ma forse ho ancora il biglietto a casa. Una volta c’erano quelli cartacei un po’ grandi. Facevo parte di una squadra affiliata al Milan e andavamo allo stadio gratis nello spicchio laterale riservato alle società sportive al Primo Anello Arancio. Quindi il ricordo più emozionante è quello di un bambino che ci entra per la prima volta con lo sguardo meravigliato.
Con chi vai di solito allo stadio? Hai “tradizioni pre-partita” del Milan a San Siro?
Di solito vado con il mio fedele gruppetto di 2 o 3 amici. Se non con loro, vado con il Milan Club a cui sono iscritto. Non ho una tradizione, si può chiamare però abitudine, che ormai è come un rito: panzerotto, birra e chiacchiere con gli amici, poi subito in coda per entrare al Gate.
Qual è il tuo coro preferito della Curva Sud?
Ce ne son molti belli, ma per l’emozione che mi riporta ai ricordi di quando ero piccolino dico “Da quand’ero piccolino”. Poi il saltare tutti insieme è WOW. Ho amato Adli quando l’ha cantato durante un’intervista: diciamo che con questo coro ho un legame simbolico.
Se dovessi raccontare a un bambino cosa significa essere milanisti, cosa gli racconteresti?
Significa emozione, passione, sacrifico, sofferenza e felicità. Son tutti aggettivi che descrivono un milanista, un insieme di cose che ti creano emozioni e che ti rendono fiero di quello che fai.
Cosa rappresenta per te San Siro? Come ti senti ogni volta che entri?
San Siro è casa. Un posto dove mi sento al sicuro. Di solito ci vado con gente con cui voglio stare, quindi spesso mi sento più a casa lì che a casa mia per le emozioni che riesce a darmi. È sempre come la prima volta: tutto imponente, le luci, i cori, le parole dello speaker. Quando superi i tornelli capisci che stai entrando in quel posto magnifico dove vuoi stare, culmina tutto con l’inizio del match. La prima cosa che mi viene in mente quando penso a San Siro è “Famiglia”. Mi piace il fatto di sapere che ci sono 70 mila persone presenti, tutte con una cosa in comune di cui poter parlare tranquillamente assieme.
Se potessi rivivere una partita storica allo stadio quale sarebbe?
Una qualsiasi con i tre olandesi, dove il Milan entrava in campo e annientava l’avversario. Direi però, anche la finale del 2007, dove dopo 2 anni vai riprenderti qualcosa che ti era stato tolto, perché alla fine lo sappiamo, dopo Istanbul c’è sempre Atene.
Cosa ti rende orgoglioso dell’essere milanista?
Sicuramente i colori che porto addosso. I grandi campioni che hanno sudato per il Milan. Essere milanista vuol dire aver creato una parte della storia del calcio. Il Milan ne è parte costituente e il calcio non sarebbe quello che è oggi senza il Milan.
Qual è la cosa più pazza che hai fatto per amore del Milan?
Di grandi trasferte non ne ho fatte. Però mettere la sveglia alle 4 del mattino per vedere la tournée americana quello sì. Non capire cosa stia succedendo, ma sai solo che sta per giocare il Milan. Non ti chiedi perché lo stai facendo, semplicemente lo fai.
Immagina di essere l’allenatore del Milan prima di una partita. Cosa diresti ai tuoi giocatori per vincere la partita?
Farei un discorso da milanista per far capire quanto è importante la maglia e le 80 mila persone che son lì fuori. Gli ricorderei quanto potere hanno loro in quel momento, li motiverei dicendo quanto credo in loro e quanto è importante il loro impatto per le migliaia di persone là fuori.
Sappiamo tutti che essere milanisti è una scelta di cuore. Come spieghi a qualcuno che non ama il calcio cosa significa per te il Milan?
È molto difficile. Il Milan è una cosa per cui fai sacrifici, che ti può dare gioia o meno. Chiederei a questa persona, se ha qualcosa che ama a cui non può rinunciare: ecco per me è quella cosa lì, quella cosa che ti rende felice e senza la quale non saresti a pieno te stesso.
Chi è il tuo giocatore preferito? Perché?
Di giocatori forti ne son passati tanti al Milan: quando penso ai nomi dei calciatori forti, in generale mi viene in mente solo il Milan. Per ruolo direi Maignan e come tocco di palla direi Ronaldinho o Kakà, anche se non li ho visti molto.
Se potessi parlare con un giocatore del Milan, chi sceglieresti? Con chi invece passeresti una giornata a Milanello?
Difficile, forse parlerei con Gimènez. Farei un discorso ampio, gli chiederei come sta vivendo questa nuova esperienza e cosa lo ha portarlo a essere calciatore. Vorrei sapere gli sforzi che ha fatto, lui che da bambino era rossonero anche se di un altro Stato. Per una giornata a Milanello sceglierei Ibrahimović anche se non gioca più, per poter apprendere tanto da un grande campione. Vorrei sapere come ha affrontato i cambiamenti e come ha fatto a portare la sua personalità ovunque senza mai cambiare. Per esempio, ci son giocatori che fanno interviste classiche: lui no, è sempre stato se stesso.
Se potessi scegliere un giocatore che non gioca più nel Milan, e metterlo oggi in campo, chi sarebbe?
Sceglierei Gattuso, perché ha quella grinta e quell’attaccamento alla maglia che ora manca. Lui lottava su ogni pallone e non mollava mai, quindi potrebbe essere un esempio per gli altri.
Come ti senti quando vince il Milan? E invece quando perde?
Son soddisfatto e sento la tensione scendere. Un po’ come al gol di Gimènez contro il Verona sabato sera. Son talmente preso emozionalmente, che se il Milan non dovesse fare il risultato, vivo la settimana in maniera pesante, quindi vincere è come una liberazione. Se non va bene la partita, vivo male i giorni successivi e ripenso a cosa abbiamo sbagliato e cosa avremmo potuto fare di più. Mi prendo gli sfottò degli amici, ma non mi importa perché sono orgoglioso di essere milanista.
Se fossi un calciatore del Milan, in che ruolo vorresti giocare?
Sono un portiere, vengo da anni dove ho giocato come difensore, ma avrei sempre voluto giocatore mediano o trequartista. Mi piace poter interrompere le azioni avversarie e andare in rottura per poi creare per i miei compagni, quindi giocherei in un 4-3-3 o in un 4-2-3-1.
Il Milan vince lo Scudetto: come festeggi?
Metterei fuori di casa le bandiere, esploderei di gioia, mi metterei addosso tutto quello che ho di rossonero e andrei in giro in macchina a festeggiare con la bandiera fuori. Poi aspetterei il pullman con la squadra che torna a Milano e resterei a festeggiare fino a tardi, perché finché c’è gente c’è animo. L’ultimo Scudetto ero a casa di amici ed è stata una gioia immensa, ad ogni gol contro il Sassuolo realizzavamo sempre di più la vittoria del titolo. Siamo usciti sul balcone a festeggiare, siamo andati in giro a far rumore e la sera poi in piazza Duomo a Milano. Tutti in rossonero, fumogeni, cori: una cosa indescrivibile. Devi amare un club per capire effettivamente cos’è.
Come esulti quando il Milan segna? Abbracci qualcuno?
Sì, di solito scoppio alla Pippo Inzaghi. Ad ogni gol festeggiava alla stessa maniera, un’esplosione di gioia. Abbraccio tutti quelli attorno a me.
Se dovessi descrivere con una parola…
Atmosfera di San Siro: GALVANIZZANTE
Stadio San Siro: IMPONENTE
La tua emozione per un gol del Milan: INCONTENIBILE
Tifo rossonero: AMORE
Che voto dai a…
Stagione del Milan: 6.5, visto che abbiamo alzato la coppa in faccia all’Inter.
Tuo essere milanista: Mi darei anche un 10, ma potrei essere più presente su altre cose come le trasferte, così dico 8.5 perché vorrei essere ancora più milanista.
Se tornassi bambino e dovessi scegliere tra un bel voto a scuola o una vittoria del Milan contro l’Inter, cosa sceglieresti?
Derby, assolutamente Derby, il voto a scuola si ferma a quel momento lì, mentre vincere contro l’Inter è una gioia infinita.