Dall’Olanda a Milano: gli olandesi nella storia del Milan

Domani sera i rossoneri saranno impegnati nell’importantissima sfida di andata contro il Feyenoord, per conquistare gli ottavi di finale di Champions League. La partita si giocherà allo Stadio Feijenoord “De Kuip” di Rotterdam. Una trasferta che porta Tijjani Reijinders a casa e che risveglia nei tifosi milanisti il ricordo di grandi campioni olandesi.

Nella storia, infatti, Reijinders è il sedicesimo calciatore olandese a vestire la maglia rossonera. Prima di lui, nomi eccelsi come Marco Van Basten, Ruud Gullit e Clarence Seedorf, ma anche giocatori di minor rilevanza tra cui Klaas-Jan Huntelaar e Marko Van Ginkel.

I tre tulipani

Quando si parla di rossoneri olandesi, non si può non pensare al trio delle meraviglie… i tre tulipani. Questo era il soprannome dato al trio formato da Van Basten, Gullit e Rijkaard, in omaggio alle loro origini e alla loro eleganza in campo. Ricordi di un Milan di campioni, di un Milan che in sole due stagioni è riuscito a conquistare 1 Scudetto, 2 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe Europee e 2 Coppe Intercontinentali, affermandosi come il club più forte del mondo. Un Milan in cui i protagonisti erano proprio i tre olandesi… un trio spettacolare e indimenticabile, un ricordo dei tempi d’oro.

Marco Van Basten, il Cigno di Utrecht. Arrivato al Milan nel 1987, è stato il primo olandese nella storia rossonera e ha collezionato 201 presenze e 125 gol. Tre volte Pallone d’Oro, ha fatto innamorare adulti e bambini ai colori rossoneri con la sua classe e con il suo talento. È considerato ancora oggi uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio, nonostante il suo ritiro prematuro a soli 30 anni a causa di frequenti infortuni. Indelebili sono le immagini del suo addio al calcio nel 1995: l’uscita dal tunnel di San Siro insieme ai compagni, ma vestito in borghese; i saluti e lo sguardo agli spalti memorizzando ogni istante; la corsa sotto la curva; gli applausi; le lacrime e poi il rientro nel tunnel, che ha segnato, troppo presto, il tramonto di un grande campione.

Ruud Gullit, il Tulipano Nero. Acquistato anche lui dal Milan nel 1987, ha scritto la storia del club con 171 presenze e 56 gol. La conquista del Pallone d’Oro alla sua prima stagione in Italia è stata la dimostrazione del suo talento e del suo carisma. La sua pettinatura è diventata un segno distintivo e gli spalti di San Siro erano perennemente affollati da tifosi con i cappellini con le treccine, in preda ad una vera e propria Gullitmania.

Frank Rijkaard, il Professore. Ultimo arrivato del trio nel 1988, ha raggiunto 201 presenze e segnato 26 gol. Il suo soprannome è dovuto ad un’intelligenza tattica fuori dal comune che lo portava ad essere in grado di leggere lucidamente ogni situazione di gioco. È stato per il Milan anche l’Uomo delle finali grazie ai suoi gol nelle finali di Coppa dei Campioni e di Coppa Intercontinentale nel 1990. Un impatto importante, che ha ripagato una trattativa per l’acquisto tanto complessa quanto divertente. Ariedo Braida ha raccontato in un aneddoto di aver dovuto nascondere il contratto di acquisizione nelle mutande per tenerlo al sicuro. I tifosi, contrari alla cessione di Rijkaard, hanno cercato infatti di fare irruzione negli uffici durante la firma.

Altri giocatori olandesi

Dopo il trio leggendario, altri olandesi sono stati ingaggiati dal Milan, ma si è dovuto aspettare il nuovo millennio per avere un giocatore che facesse nuovamente la storia. Reiziger, Edgar Davis, Kluivert e Bogarde, infatti, non hanno avuto un grande impatto nel club. Nel 2002, è invece arrivato Clarence Seedorf, scambiato per il cartellino di Coco con gli interisti in un accordo a dir poco proficuo per il Milan. Clarence è parte integrante del passato del club rossonero, di cui è uno dei giocatori con più presenze in tutta la storia: ben 432. In 10 anni da milanista ha conquistato 10 titoli tra cui 2 Champions League e un Mondiale per Club. Nel 2014 è stato anche allenatore in un periodo buio della storia rossonera.

Jaap Stam, Mark Van Bommel e Nigel De Jong sono altri 3 olandesi nel cuore dei tifosi. Nonostante nel complesso abbiano registrato soltanto 211 presenze e 9 gol, la loro grinta e il loro amore per la maglia hanno fatto in modo che si conservi ancora oggi un buon ricordo di loro. Van Bommel, in particolare, si è insinuato nel cuore dei rossoneri annunciando il suo addio in lacrime e mostrando un grande affetto per una maglia che ha vestito soltanto per un breve periodo. Una reazione insolita, che è però dimostrazione di come questi colori possano entrare nell’animo e nel cuore di chi vive il mondo Milan e i suoi valori.

In pochi, invece, ricorderanno Esajas, Huntelaar, Emanuelson o Van Ginkel. Olandesi che hanno vestito la maglia rossonera per un totale di 155 presenze e 13 gol senza avere però un particolare impatto.

Tijjani Reijnders

L’attuale possessore del numero 14 del Milan è Tijjani Reijnders, centrocampista arrivato nell’estate 2023. Si tratta di uno dei protagonisti degli ultimi anni, che si sta rivelando uno dei migliori centrocampisti della Serie A. Per lui, infatti, quella in corso è una stagione fantastica, in cui ha collezionato fino ad ora 7 gol e 3 assist in 22 presenze a cui si aggiungono i 3 gol in 8 partite giocate in Champions League. Inoltre, è stato eletto e premiato MVP del match per ben 5 volte questa stagione. Più numerose sono state invece le occasioni in cui i tifosi stessi gli hanno assegnato questo titolo, come è avvenuto nell’ultimo derby, in cui è stato protagonista e autore della rete rossonera.

Power Rejinders, così soprannominato dai milanisti, è in un momento cruciale della sua carriera ed è pronto a firmare il rinnovo con il club, che non può permettersi di lasciarlo scappare proprio ora. Innamorato di Milano e del Milan, è l’dolo dei bambini di oggi e, con il suo sorriso e con le sue giocate, può dare sicuramente molto altro alla squadra. Allora continua a sorridere e a farci sorridere Power Reijnders, che la tua storia è ancora tutta da scrivere!

CONDIVIDI

Informazioni sull'autore: Micaela Cremona

Mi chiamo Micaela Cremona. Per me il Milan è una questione di sangue, di famiglia, una passione che prosegue da 3 generazioni. Laureata in Scienze della Mediazione Interlinguistica e Interculturale all'Università degli Studi dell'Insubria, cerco di utilizzare la mia passione per la scrittura per trasmettere l’amore verso questi colori tra curiosità, approfondimenti e tuffi nel passato.