Non tutti i debutti sono uguali. C’è chi si presenta con ritrosia, chi con voglia di mettersi in mostra, e poi ci sono gli esordi che sembrano scritti dal destino. João Félix ha scelto di appartenere a quest’ultima categoria.

Maglia numero 79, gol al minuto 71: un sussulto che pare scolpito in un prezioso intreccio del fato, una sincronia che suggella il suo impatto immediato. Un acuto gesto tecnico che rinfranca la coscienza dei tifosi milanisti. Il filtrante arriva da un altro esordiente, Gimenez, come se il calcio avesse voluto intrecciare le loro storie fin dal primo giorno. João Félix si presenta con uno dolcissimo scavetto: niente potenza, solo classe. Un cucchiaino, un tocco leggero che beffa il portiere e si accomoda in rete con la naturalezza di chi sa già come si fa.

Penne d’autore

La nota firma di Carlo Pellegatti, con la sua squisita finezza, ha parlato di João Félix come di una “Rara Avis”, un’espressione che richiama la figura di un giocatore straordinario, che emerge come una presenza rara e preziosa. Un corvo bianco, d’eccezione, che vuole subito segnare una netta demarcazione rispetto alle punte che hanno caratterizzato il Milan negli ultimi anni, spesso rivelatesi evanescenti.

D’altro canto, Claudio Greco ha evidenziato due doti che sembrano incarnarsi nel giovane portoghese: l’esplosività di Kakà e la precisione balistica di Rui Costa. Una combinazione di potenza e finezza che suggerisce un talento in grado di alternare la scintilla improvvisa con la capacità di mettere in rete tiri chirurgici e millimetrici. João Félix, infatti, non è stato solo capace di segnare in maniera spettacolare, ma anche di farlo con una freddezza che ricorda i grandi numeri 10.

L’eco della storia

Tra le stelle della Prima squadra di Milano che marcarono il tabellino fin dall’esordio, brilla di luce viva il tap-in vincente di uno Zlatan Ibrahimović in grande spolvero, su un’imbucata illuminante firmata dal Professore Clarence Seedorf. Un radiante effetto serra.

Proprio il bijoux di João Félix -al di là della sua componente balistica- richiama subito accostamenti col passato glorioso, nel pieno stile del club di via Aldo Rossi. Un talento che ha tutte le carte in regola per scrivere una storia tutta sua, ma che, nel farlo, richiama in modo discreto l’eco dei grandi che lo hanno preceduto. E’ subito un duetto danzante quasi a tinte carioca.

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Informazioni sull'autore: Jacopo Galati

Mi chiamo Jacopo, sono un ragazzo di 24 anni che fa la spola tra Crema (CR) e Milano. A 11-12 anni provai a giocare a calcio per 2-3 anni ma con scarsi risultati, quindi ho subito appeso gli scarpini al chiodo. Durante l’adolescenza ho frequentato il liceo classico e, a Dicembre 2024, mi sono laureato in fashion Styling & Communication in Accademia del Lusso a Milano. Di nuovo negli anni delle superiori, ho fatto il pr per delle discoteche del mio paese, il che mi appassionava e -non meno importante- mi permetteva di avere sempre il tavolo. Da una prospettiva più ampia, il pallone ha sempre costellato la mia vita, in quanto mio papà è un fervente tifoso del Calcio Catania. Fin bambino il Milan mi ha sempre affascinato e, dopo l’addio dei senatori, ho iniziato a seguirlo quotidianamente sui portali di notizie. Amo il pallone e seguirne le partite e le dinamiche, con curiosità ed aneddoti annessi.